Studi di settore sostituiti dai primi 70 Isa dell'Agenzia delle Entrate

Fisco, aboliti gli studi di settore: arrivano gli indici Isa

Dal prossimo anno i contribuenti interessati dagli Studi di Settore dovranno essere valutati in maniera differente. Nel 2018 entreranno a regime i nuovi Indici sintetici di affidabilità. L’Agenzia delle Entrate ha stabilito i primi 70 Isa per valutare il grado di affidabilità su una scala da 1 a 10.

Operatori economici interessati dagli Isa

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha firmato il provvedimento per l’approvazione degli indici sintetici di affidabilità che sostituiranno gli Studi di Settore. Successivamente con decreto del Ministero dell’Economia potranno essere applicati per il periodo di imposta 2017, quindi dal prossimo anno per 4 milioni di contribuenti cambierà il rapporto con il Fisco. La prima ‘rivoluzione’ invece interessa solo 1,4 milioni di operatori, tra cui intermediari del commercio, avvocati, installatori di impianti, ristoranti e parrucchieri.

Indici sintetici di affidabilità: come si applicano?

Cerchiamo di capire meglio cosa succederà con l’approvazione dei 70 Isa. I nuovi indici riguardano diversi settori, 29 di questi si applicano al settore del commercio, 17 invece ai servizi tra cui meccanici e parrucchieri, mentre gli indici per le manifatture sono 15 e includono articoli da viaggio e calzature. Cambiano gli Studi di Settore anche per i professionisti, con gli Indici sintetici di affidabilità si comunicheranno al Fisco le attività del lavoro autonomo di nove categorie, anche se la platea più numerosa resta quella degli avvocati.

Quali sono i benefici per i contribuenti affidabili?

Dalla valutazione dei nuovi Studi di Settore, verrà fuori una scala da 1 a 10. I contribuenti che risulteranno affidabili saranno premiati e avranno dei benefici che consistono nell’esclusione accertamenti analitico-presuntivi, inoltre verrà limitata l’applicazione degli accertamenti sulla determinazione sintetica del reddito e saranno esonerati dal visto di conformità per compensare i crediti d’imposta e i rimborsi Iva inferiori ai 50mila euro.

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