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Pagamento TARI: quando e come richiedere il rimborso sulla tassa dei rifiuti

Tassa sui rifiuti, perché i comuni moltiplicano la quota variabile per garage, cantine e altre pertinenze: é possibile chiedere il rimborso della TARI

Rimborso TARI: più alta la tassa rifiuti in alcuni Comuni italiani

E’ scattato l’allarme TARI, perché pare che in un capoluogo su tre si sia applicato un meccanismo illegittimo e i contribuenti si sono visti moltiplicato l’importo della tassa sui rifiuti. Succede che i regolamenti applicati a livello comunale moltiplicano la quota variabile per garage, cantine e altre pertinenze, una consuetudine che coinvolge Nord e Sud Italia, grandi e piccoli Comuni, tutti senza alcuna differenza. Pochissimi sono perfettamente in regola con la non applicabilità della quota variabile alle pertinenze dell’utenza domestica. Quindi, Aosta, Torino, Venezia, Trieste, Bologna, Firenze, Perugia, Roma, Campobasso, Bari, Potenza, Palermo risultano in regola, mentre Milano ha molti casi di pagamento TARI eccessivo. Quando e come richiedere il rimborso?

TARI gonfiata in quasi tutte le città italiane, scatta il rimborso su tassa dei rifiuti

L’articolo 14, commi 5 e 6 del regolamento milanese fissano un misura massima di metri quadrati per poter considerare la pertinenza e attribuiscono la quota variabile al garage in base alla sua metratura. A Genova fa testo l’articolo 13, comma 6 del regolamento: i box sono tassati come magazzini, quindi utenza non domestica con relativa tariffa variabile. L’articolo 15, comma 4 del regolamento di Napoli limita il numero delle pertinenze. A Cagliari, l’articolo 48, comma 2, del regolamento limita il concetto di pertinenza che deve risultare ubicata nello stesso edificio o complesso immobiliare nel quale è sita l’abitazione principale. Il posto auto deve invece essere ubicato nel raggio di 300 metri dall’abitazione principale. C’è poi il caso di Ancona e dell’articolo 32, comma 4 del regolamento, portato anch’esso alla luce da una puntuale inchiesta sulle diverse modalità di applicazione della tassa sui rifiuti pubblicata da Il Sole 24 Ore. Per i locali di pertinenza di utenze domestiche si applicano sia la quota fissa sia la quota variabile commisurata a un occupante. Un’altra città non in linea con le indicazioni del Ministero dell’Economia ovvero con la disciplina della quota variabile TARI, è Catanzaro. Secondo l’articolo 15, comma 2 del regolamento, la Tari per i locali che costituiscono pertinenze dell’abitazione, ovvero magazzini, garage, depositi, ripostigli, è pari al prodotto dei metri quadrati per la tariffa fissa più la quota di tariffa variabile nella misura minima, quindi di un occupante.

Quando e come chiedere il rimborso TARI

Ci sono condizioni ben precise per fare questa richiesta. Il rimborso delle somme versate e non dovute, deve essere richiesto dal contribuente entro cinque anni dal giorno del versamento, ovvero da quello in cui è stato accertato il diritto alla restituzione. Si tratta di un lasso di tempo sufficientemente ampio che lascia immaginare come la quota della tassa sui rifiuti da farse restituire possa essere sufficientemente cospicua. La domanda si deve presentare al Comune, ma se la riscossione del tributo è invece operata da un ente diverso, allora bisogna indirizzare l’istanza di rimborso alla società terza.. E sempre sulla base delle disposizioni in vigore, l’ente locale o la ditta sono chiamati ad effettuare il rimborso entro 18 giorni dalla data di presentazione della domanda da parte del contribuente. La tariffa della TARI deve essere composta da una quota fissa, determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio e  in particolare agli investimenti per opere e ai relativi ammortamenti; e da una quota variabile, rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, alle modalità del servizio fornito e all’entità dei costi di gestione, in modo che sia assicurata la copertura integrale di costi di investimento, di esercizio e i costi di smaltimento.

 

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