Autosvezzamento del bambino, cosa dargli da mangiare?
Foto: ANSA

Svezzamento senza pappe e regole, le novità delle diete per neonati

Il lattante può essere avvicinato al cibo con l’autosvezzamento e mangiare le stesse cose degli adulti. L’associazione culturale pediatri ha elaborato un documento che si rivolge ai genitori invitandoli a seguire l’alimentazione complementare a richiesta. Scopriamo insieme come funziona.

Quali sono le regole dello svezzamento?

Lo svezzamento è il periodo più difficile per i genitori che devono far scoprire al lattante nuovi sapori, spesso con scarsi risultati. Pappe sputate, frullati sparsi ovunque, giochini per distrarre i bambini e l’intramontabile aeroplanino. Tuttavia ci sono delle nuove regole, studiare dall’Associazione Culturale Pediatri che dice addio alle pappe e agli omogeneizzati e apre le porte all’alimentazione complementare a richiesta. Qualcosa ci fa pensare che le nonne non saranno d’accordo con l’autosvezzamento.

Quando inizia lo svezzamento?

Non c’è un’età precisa per passare dal cibo liquido e dal latte materno a quello solido. Intorno ai 6 mesi di vita circa, il bambino inizia a mostrare nuovi interessi per il cibo perché sono sviluppate le capacità cognitive e neuromotorie che gli consentono di essere autonomo. Care mamme in lettura, ricordate che il latte materno deve sempre restare l’alimento principale almeno sino ai 12 mesi.

Cosa deve mangiare il lattante dopo lo svezzamento?

I tempi del bambino devono essere rispettati e il passaggio al cibo solido deve essere graduale. Sarà lui che farà capire a mamma e papà cosa vuole mangiare e soprattutto in quale quantità. È importante che sia seduto a tavola con i genitori e che esplori il cibo indicando cosa vuole assaggiare. Tutti i cibi richiesti non devono essere sminuzzati, e i genitori devono avere il buon senso di seguire una dieta varia, evitando quegli alimenti che il bambino non potrebbe mai digerire. Il documento completo è disponibile sul sito Acp e le indicazioni riportate sono valide anche per gli operatori sanitari dell’infanzia, responsabili insieme ai genitori dell’educazione al gusto.

About Redazione