Fossile trovato in Puglia, si tratta di lucertole acquatiche?

Fossile trovato in Puglia, si tratta di lucertole acquatiche?

Rappresenta per l’Italia meridionale il fossile ritrovato in Puglia. È successo a Nardò, dove i resti di un dolicosauro sono stati rinvenuti. Risale a cento milioni di anni fa, alla fine del periodo Mesozoico. Si tratta di un parente lontano dei varani, lucertole acquatiche.

Lucertola acquatica

Si tratta di un parente lontano dei varani. Una lucertola acquatica dal collo lungo. Il fossile si è conservato in maniera eccezionale e addirittura presenta delle tracce di tessuti molli, a differenza di altri della stessa specie, che sono stati trovati incompleti. Gli autori del ritrovamento sono stati i membri del team di ricercatori coordinati da Ilaria Paparella del dipartimento dell’Università di Alberta. Primitivus manduriensis è il nome con cui è stato battezzato l’animale, che è stato descritto sulla rivista Royal Society Open Science. I ricercatori, grazie alle eccezionali condizioni in cui è stato ritrovato il fossile, sono riusciti ad identificare nel suo stomaco una lisca di pesce, verosimilmente l’ultimo pasto dell’animale.

“Rettili sono vissuti più a lungo del previsto”

Dallo stato di conservazione eccezionale dei tessuti molli come muscoli, pelle, cartilagine e anche dai ritrovamenti all’interno dell’intestino, hanno dato delle informazioni molto importanti e significative anche sulla biologia dell’animale. La loro estinzione risale ad almeno 15 milioni di anni fa. Questo dato lo si evince dalle rocce in cui era conservato il fossile, poco profonde e che risalgono al periodo Campaniano-Maastrichtiano, circa 70-75 milioni di anni fa. Paparella ha affermato che “Pensavamo che questo gruppo di lucertole fosse vissuto solo fino a 85 milioni di anni fa. Sappiamo ora che questi rettili sono vissuti più a lungo del previsto e che, quantomeno in alcune aree, sono sopravvissuti quasi fino alla fine del Cretaceo“.

Museo di Paleontologia dell’Università Sapienza di Roma

Sul suo aspetto, i ricercatori stimano che il rettile avesse uno stile di vita semi-acquatico. Questo lo si è dedotto dalla peculiare struttura delle sue ossa pelviche. Viveva ed era a suo agio sia sulla terra ferma che in acqua dove riusciva a nuotare con facilità. Quindi secondo la ricostruzione, aveva una coda piatta, zampe palmate di modeste dimensioni, muso appuntito e aveva una lunghezza di un metro. I resti sono all’interno del Museo di Paleontologia dell’Università Sapienza di Roma.

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