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Costi aziendali: quali sono

In questo primo capitolo esamineremo insieme le principali categorie in cui possiamo classificare i costi aziendali. Conoscere e comprendere le diverse tipologie di costi è fondamentale per poter effettuare un’adeguata gestione e un efficace controllo dei costi in azienda.

Costi totali

I costi totali rappresentano la somma di tutti i costi sostenuti da un’azienda per realizzare la propria attività produttiva. Includono sia costi fissi che variabili. L’analisi dell’andamento dei costi totali in relazione ai volumi di produzione è importante per valutare la convenienza ad espandere o ridurre la produzione.

Costi marginali

I costi marginali indicano l’incremento di costo totale derivante da un aumento unitario della quantità prodotta. Consentono di valutare quanto varia il costo totale al variare del livello di produzione. La loro conoscenza è strategica nelle decisioni di breve periodo sull’espansione o la contrazione della produzione.

Costi medi

I costi medi rappresentano il costo per unità di prodotto. Si ottengono dividendo i costi totali per la quantità prodotta. Il loro andamento decrescente all’aumentare dei volumi produttivi riflette la presenza di costi fissi distribuiti su un numero maggiore di unità prodotte.

Costo unitario

Il costo unitario è il costo di produzione riferito ad una singola unità di prodotto. La sua conoscenza è indispensabile per determinare il prezzo di vendita nelle decisioni di breve periodo e per valutare la redditività del mix di prodotti nel lungo periodo.

Costi di investimento e costi di gestione

I costi di investimento sono relativi all’acquisto di beni durevoli come immobili, impianti e macchinari. I costi di gestione sono invece sostenuti per l’approvvigionamento di beni e servizi necessari per la produzione come materie prime, manodopera, energia. Questa distinzione è rilevante nelle decisioni di investimento.

Costi diretti e costi indiretti

I costi diretti possono essere attribuiti in modo specifico a un determinato prodotto, reparto o centro di costo. I costi indiretti sono comuni a più prodotti o reparti e richiedono criteri di ripartizione per poter essere attribuiti alle singole unità. Questa distinzione è importante nel controllo di gestione.

Costi contabili e costi opportunità

I costi contabili sono effettivamente sostenuti e registrabili in contabilità. I costi opportunità rappresentano il mancato guadagno derivante dalla rinuncia ad un’alternativa. Non sono costi monetari ma è importante considerarli nelle scelte tra alternative di investimento.

Costi privati, esterni, sociali e psichici

I costi privati sono sostenuti direttamente dall’impresa. I costi esterni gravano su soggetti terzi non coinvolti nell’attività produttiva. I costi sociali sono l’insieme di privati ed esterni. I costi psichici sono di natura immateriale come stress o insoddisfazione. Queste categorie sono rilevanti nell’analisi costi-benefici per valutazioni economiche e sociali.

La classificazione dei costi

Dopo aver esaminato nel precedente capitolo le principali tipologie di costi, in questo secondo capitolo analizzeremo più in dettaglio alcuni criteri di classificazione molto rilevanti per la gestione dei costi in azienda.

Costi fissi e costi variabili

I costi fissi rimangono costanti al variare del volume di produzione. Sono legati alla capacità produttiva installata. I costi variabili cambiano proporzionalmente al variare della quantità prodotta. La distinzione è fondamentale per studiare il comportamento dei costi totali al modificarsi dei livelli produttivi.

Costi diretti e indiretti

Come abbiamo visto nel capitolo precedente, i costi diretti sono attribuibili ad un prodotto o reparto specifico, mentre i costi indiretti sono comuni a più prodotti o reparti. Questa distinzione è rilevante ai fini della contabilità analitica e del controllo di gestione per ripartire correttamente i costi tra i vari centri di imputazione.

Costi discreti e costi comuni

I costi discreti dipendono da specifiche attività aziendali. I costi comuni non sono attribuibili a segmenti di attività identificabili, ma gravano sull’azienda nel suo complesso. Questa differenziazione è utile per scegliere la migliore configurazione dell’attività produttiva che minimizzi i costi comuni non controllabili.

Attraverso questa panoramica sulle diverse classificazioni dei costi abbiamo compreso come la corretta categorizzazione dei costi sia indispensabile per supportare le decisioni manageriali e migliorare la redditività aziendale.

L’analisi dei costi

Ora, dopo aver esaminato la classificazione dei costi nei precedenti capitoli, in quest’ultima parte analizzeremo più in dettaglio alcuni degli strumenti più importanti per l’analisi dei costi a supporto delle decisioni aziendali.

Break even point

Il break even point, o punto di pareggio, indica il livello di produzione in cui i ricavi totali eguagliano i costi totali, per cui non si registra né utile né perdita.

Conoscere il punto di pareggio consente di determinare la quantità minima da vendere per coprire tutti i costi aziendali. Questo parametro è molto utile per stabilire obiettivi di vendita che assicurino la redditività del business.

Per calcolare il punto di pareggio è necessario distinguere tra costi fissi e variabili e analizzarne l’andamento al variare dei volumi produttivi. I costi fissi gravano in modo costante sull’azienda indipendentemente dai quantitativi prodotti. I costi variabili invece aumentano all’aumentare della produzione.

Analisi differenziale

L’analisi differenziale studia le variazioni di costi e ricavi associate a diverse alternative di azione per scegliere quella economicamente più vantaggiosa.

Questo tipo di analisi confronta i ricavi e i costi incrementali, ossia i flussi di cassa differenziali, derivanti dall’aumento o dalla riduzione della produzione. In questo modo supporta le decisioni manageriali sull’espansione o la contrazione dell’output.

Ad esempio, attraverso l’analisi differenziale si può determinare se conviene o meno accettare una commessa aggiuntiva valutandone l’impatto in termini di costi e ricavi marginali.

Costi standard

I costi standard sono costi predeterminati sulla base di analisi storiche e previsioni future. Rappresentano i costi che si ritiene debbano essere sostenuti in condizioni operative normali.

Il confronto tra costi effettivi e standard è alla base del controllo budgetario. Eventuali scostamenti possono evidenziare inefficienze o cambiamenti nelle condizioni operative. L’analisi degli scostamenti fornisce informazioni utili per interventi correttivi.

Come abbiamo visto, saper analizzare adeguatamente i costi attraverso strumenti come il punto di pareggio, l’analisi differenziale e i costi standard è indispensabile per una corretta pianificazione e un efficace controllo di gestione. I centri di costo sono un elemento chiave di queste analisi.

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